10 Modi per laurearsi in “Domande”.
Influenza e Leadership hanno bisogno delle “giuste domande”.
Quale è il titolo di studio più importante di tutti? L’ingegnere. L’avvocato. Il medico. L’insegnante. Credo che ciascuno di questi titoli abbia il valore che merita se e solo se prima prendiamo un’altra laurea: quella in “domande”. Un ingegnere, un avvocato, un medico, un insegnante, ma anche un carpentiere, un meccanico, un giardiniere — chiunque — che non sa porre le giuste domande svolgerà sempre la sua professione a metà.
Come si fa a diventare cintura nera di domande? Ecco 10 modi per ottenere questo titolo di studio all’università del genere umano.
Le domande sono il modo migliore che l’essere umano ha per ottenere informazioni, per comunicare sia con i propri simili, ma anche con chi non appartiene alla nostra specie (pensiamo agli animali — non so tu, ma io parlo con il mio gatto 🐱). Le domande sono un ottimo modo per convincere, persuadere, ottenere risposte, quindi anche per approfondire, conoscere, indagare.
Porre le giuste domande? E’ un’abilità irresistibile di cui non puoi di certo fare a meno. Tutta la comunicazione, ma anche la conoscenza, pure la tecnologia, perfino l’evoluzione passano e sono passate attraverso domande, più o meno esplicite.
(1) Ascoltare non significa “aspettare di parlare”
Ogni volta che ci proponiamo di “porre una domanda” la premessa è: ascoltare. Ascoltare non significa “aspettare di parlare”, attendere il proprio turno ma: recepire, approfondire “cognitivamente”, pensare, formulare idee e solo in ultimo luogo esprimerle.
(2) Le domande sono timoni.
Le domande sono timoni. Hanno il potere di condurre da uno spazio mentale ad uno spazio fisico i nostri pensieri trasformandoli in azioni. In un museo, le domande sono la guida che ti accompagna finché non ti trovi di fronte al tuo quadro preferito. E’ questo l’obiettivo del domandare. Chi sa porre domande, sa guidare laddove l’interlocutore sente il bisogno di andare.
(3) Trovare i giusti indizi
Ogni volta che poniamo una domanda gli indizi che la costituiscono hanno una location ben precisa: l’ambiente circostante. L’ambiente, inteso proprio come ciò che c’è nei metri quadrati che ci circondano, è fondamentale e non può essere ignorato.
Immagina di voler invitare una bella ragazza o un bel ragazzo a bere qualcosa con te, oppure semplicemente desideri presentarti. Se sei in un bar, la vedi sola o solo al bancone, che fai? La stragrande maggioranza di noi, si avvicina e intona un bel “Hey, ciao come va?”. Pessima domanda.
Perché ti starai chiedendo. Perché quello che hai fatto è non considerare affatto il contesto: lei/lui si trovano al bancone di un bar, da soli, a bere, per cui il contesto ci suggerisce che “1+1 = 2”. In altre parole, potresti assumere da solo che “potrebbe andare meglio”, allora perché fare una domanda se si conosce già la potenziale risposta? Una buona domanda deve avviare una conversazione e non troncarla. Una buona domanda non conduce mai a conclusioni determinanti ma stimola nuove domande. Dunque, una buona domanda, in questo caso, potrebbe essere per esempio: “E’ un buon posto per venire qui, vero? Cocktail preferito?”. Insomma sii creativo e, ricorda, il contesto, in questo, è un aiuto formidabile.
“La stupidità deriva dall'avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva dall'avere, per ogni cosa, una domanda.” — Milan Kundera
(4) Le persone hanno paura di fare domande
Quante volte avresti voluto chiedere eppure non l’hai fatto per paura di sentirti uno stupido?
La maggior parte delle persone ha paura di fare domande, ma come afferma una delle citazioni a me più care: “le peggiori domande sono quelle non poste”. Se hai una domanda: falla!
Nessuna domanda è stupida nella misura in cui esibisce il tuo desiderio e la tua volontà di capire qualcosa in più. Chiunque senta il bisogno di saperne di più non può e non deve essere considerato “uno stupido”.
Come persone crediamo di avere “più controllo” della situazione quando parliamo, affermiamo, raccontiamo qualcosa piuttosto che quando chiediamo qualcosa, eppure chiedere è il miglior modo che abbiamo per rivelare quel giusto grado di vulnerabilità che — è vero — ci spaventa, ma ci serve per conversare in modo genuino con il nostro interlocutore. La vulnerabilità del chiedere è anche il miglior modo per ottenere ricche risposte.
Ricorda: una buona conversazione è fatta da domande che stimolano risposte e non da risposte che inibiscono domande.
(5) Non trasformare affermazioni in domande
Le false domande sono affermazioni con il punto di domanda alla fine della frase. Questo tipo di domande non possono dirsi vere domande, tant’è che spesso risultano essere “rudi” e poco efficaci.
(6) Il silenzio, a volte, è esso stesso una domanda
Lo chiamano “silenzio dinamico” ed è una tecnica utilizzata di frequente per negoziare.
Il nostro cervello ha una propensione innata a “riempire i buchi”. Gli spazi vuoti accompagnati da un buon ascolto producono quella che gli studiosi comportamentali definiscono “illusione del controllo”. Grazie a questa sensazione, chi parla è portato a fornire più dettagli, approfondire il proprio racconto, darci più informazioni e così, in modo indiretto, è come se stesse rispondendo a molte delle nostre domande (tacite).
(7) Una buona domanda è sia un problema che un prodotto
Una buona domanda serve a circoscrivere e inquadrare un problema, pone le premesse per mostrarlo nella sua più intima natura. Una buona domanda, però, serve anche per definire, dunque, per produrre. Le domande devono soddisfare il bisogno del tuo interlocutore, prima che il tuo. Se poni una domanda pensando egoisticamente solo a te stesso, difficilmente riuscirai ad ottenere la risposta che cerchi. Fare le giuste domande presuppone porsi nei panni dell’altro e provare a capire quanto in là può spingersi nel darti le informazioni che cerchi. Questa prospettiva ti serve per formulare la domanda più efficace, ma anche (e soprattutto), per ottenere la risposta più completa.
(8) Una buona domanda è premessa di una buona azione
La psicologia evoluzionistica e la psicologia cognitiva ci insegnano che gli esseri umani sono perlopiù guidati da impulsi. Un impulso è una reazione automatica, un automatismo che viene fuori dall’interazione tra cervello e corpo, è un mix di stimoli di varia natura. Gli impulsi, però, non hanno cognizione di causa e quindi, molto spesso, sono il driver di comportamenti istintivi. Porsi una buona domanda serve a trasformare l’istinto in un’azione deliberata, consapevole e costruttiva. Ragionare sulla domanda, prima che sulla risposta che diamo ad una determinata situazione, ci aiuta a fare il restyle dei nostri comportamenti.
“Questions shape behaviours, behaviours shape people”
(9) Una buona domanda instaura credenze
Prima che una domanda venga posta, chiunque sia coinvolto nella conversazione crederà a qualcosa, avrà le proprie credenze, le proprie opinioni in merito all’argomento di cui si discute. Ma, dopo che la domanda è stata posta? E’ un altro mondo.
Si apre letteralmente un altro scenario, è un altro degli infiniti mondi possibili quello in cui una nuova ed avvincente domanda ti porta. E’ nuovo proprio perché una buona domanda ha il potere di disinnescare vecchie credenze e instaurarne di nuove. Le domande aiutano a dare struttura, a creare criteri, a rivedere opinioni, a ridefinire e arricchire le nostre prospettive.
Quello in cui credi sta a bordo vasca, una buona domanda è il fischio del giudice prima del tuffo.
(10) La domanda più potente del mondo: “Perché?”
I bambini ci giocano quando sono piccoli e non li biasimiamo perché sappiamo che, il loro insistente nel chiedere “perché?” a qualsiasi cosa, fa parte del loro modo di scoprire il mondo.
Perché non devo mangiare tutti i giorni il cioccolato? Perché ti fa male. Perché mi fa male? Perché troppi zuccheri sono dannosi e potrebbe venirti il diabete? E perché il diabete è pericoloso? E via, una valanga di perché, uno dietro l’altro.
Quello che possiamo imparare dai bambini, o meglio, quello che non dobbiamo mai smettere di fare, perché in fondo ognuno di noi è stato bambino, è chiederci il “perché” delle cose.
Il perché ci aiuta a risalire alle cause e le cause ci conducono all’origine delle cose e l’origine delle cose dispiega il loro senso più profondo. L’origine è dove si trova il senso, il senso è: il perché qualcosa è stato fatto, detto, prodotto.
That’s it!
E tu cosa ne pensi delle domanda? Chiedere, domandare fa parte del tuo DNA?
Io sono una filosofa e credo fermamente che la filosofia abbia tutto questo potere proprio perché definisce la scoperta attraverso l’arte di fare domande.
“Chi conosce tutte le risposte… …non si è fatto tutte le domande”. — Confucio