8 Abitudini delle persone curiose

Federica Ongis
6 min readJan 29, 2022

--

“Stay curious” è uno dei moniti più accattivanti, eccitanti e promettenti che si sentono dire e ridire ogni volta che si vuole essere di ispirazione per qualcuno nel trovare qualcosa di nuovo, nel realizzare qualcosa di originale. La curiosità è premessa dell’innovazione ed è un’abilità che, solo parzialmente, è innata. L’essere umano nasce curioso ma per rimanere curioso deve allenarsi a perpetuare certi comportamenti. Quali sono questi comportamenti? Scopriamolo insieme.

Le origini della curiosità. Perché!

Se hai mai usato una penna “Bic” saprai che sul tappo delle Bic c’è un piccolo foro. Da bambina avevo questo brutto vizio di mangiucchiare i tappi delle penne e di usare il tappo della “Bic” per fischiettare. Non ho mai capito perché quella penna fosse l’unica con il tappo bucato, finché non chiesi: “Perché?! Perché il tappo delle Bic ha il buco?”. Per chi non lo sapesse ancora, i primi tappi non avevano fori, ma alla fine degli anni ’80 si inserì questa caratteristica per questioni di sicurezza. Il tappo è infatti la parte che più spesso si tende a mettere in bocca, lo fanno specialmente i più piccoli, così, praticando quel piccolo foro si limitava di molto il pericolo di soffocamento nel caso in cui il tappo fosse stato accidentalmente ingerito.

All’origine della curiosità c’è una domanda: “Perché?”. L’origine della curiosità consiste proprio nell’ingaggiarsi sinceramente nella domanda e nell’andare appassionatamente a caccia della risposta. Il potere di un perché racchiude in sé il potere della curiosità. Perché lavoriamo dal lunedì al venerdì? Perché ogni prodotto Apple viene lanciato di martedì o di mercoledì? Perché hanno inventato la Pizza? Perché la Coca Cola è uno sgrassatore così potente? Perché le navi galleggiano? E, perché le Bic hanno il buco?

Una società anti-curiosità

Viviamo in una società che zittisce la curiosità. Succede quando i bambini chiedono troppe volte il perché di qualcosa e i loro genitori o insegnanti rispondono “perché è così!”. Succede quando qualcuno vuole scoprire la verità o indagare un fatto o un evento in maniera più approfondita che gli si dice “chi si fa i fatti suoi campa cent’anni”. Succede ogni volta che si è convinti che troppa curiosità ci faccia impazzire o addirittura uccida. Essere curiosi è rischioso perché essere innovatori è un rischio. Non credo si possa sfuggire a questo legame, è il potere della curiosità!

C’è una sorta di disincentivo celato ad essere curiosi perché la curiosità, come ogni processo di scoperta, del resto, richiede tempo e in quest’epoca sembra che di tempo non ce ne sia più gran tanto!

8 Abitudini per essere curiosi

Non si può progredire senza essere curiosi, perché senza curiosità non si sperimenta e senza sperimentazione non si inventa niente di nuovo. Allora, quali sono le abitudini più salienti delle persone curiose? Vediamone insieme 8.

  • Ascoltano senza giudicare. Le persone curiose ascoltano senza giudicare. Applicano una delle tecniche filosofiche più efficaci: la sospensione del giudizio. Una persona curiosa incoraggia gli altri alla discussione, all’interazione e al fare altrettante domande.
  • Si innamorano delle domande più che delle risposte. Chi è autenticamente curioso non cade nel bias cognitivo che ci spinge a trovare giustificazioni alle nostre credenze e, così, più che compiacersi delle risposte che ricevano si gasano per le domande che pongono. Pongono numerose domande perché credono che siano le domande a guidare, maiueticamente, il processo di scoperta.
  • Si lasciano sorprendere. Quando le evidenze testimoniano che le cose stanno nell’esatto opposto delle loro aspettative di partenza, le persone curiose si eccitano e si emozionano perché si rendono conto di aver scoperto qualcosa di inatteso. Non c’è demoralizzazione per “non aver avuto ragione” ma c’è sorpresa per aver svelato un mistero e questo genere di sorpresa ne accende la motivazione e proseguire nella ricerca. In altre parole, le persone curiose “desiderano avere torto” contrariamente alla maggior parte di noi che ama avere ragione. Commettere errori fa parte del nostro processo di apprendimento e sperimentazione e l’errore è sempre un’evidenza di valore per chi prova a scoprire qualcosa.
  • Sono presenti, nel qui ed ora. La curiosità è l’abilità e l’abitudine più diffusa nei bambini e come i bambini le persone curiose sono genuine e sincere, attente e così immerse nel processo di scoperta che si “immergono” letteralmente in quel che le circonda.
  • Investono tempo. Essere curiosi richiede tempo ed energie. Quando qualcuno ci chiede il perché per alimentare la sua curiosità dobbiamo spendere qualche minuto per dare una spiegazione o fornire le nostre ragioni. Non basta porre le giuste domande ma occorre investire energie per le risposte!
  • La curiosità come risposta attiva del cervello. Quando siamo autenticamente curiosi, il nostro cervello lo manifesta. La curiosità accende tre aree principali del nostro cervello: l’area tegmentale ventrale, il nucleo accumbens e il caudato. Le prime due strutture svolgono un ruolo fondamentale nel sistema di ricompensa, mentre l’ultima regione guida una serie di emozioni positive legate al senso di conquista che proviamo quando scopriamo qualcosa. Alcune ricerche hanno dimostrato che lo stress, il fatto di avere tante cose a cui pensare incide sul nostro grado di curiosità. Per questo gli adulti hanno livelli di curiosità variabili e inferiori rispetto a quelli, ad esempio, di un bambino di 6 anni. Eppure, come ci dice uno stuido dell’Università della California, restare curiosi migliora la nostra capacità di apprendimento e la nostra memoria. Le persone curiose non solo si lasciano “accendere” dalla domanda ma tengono allenato il loro cervello affinché questo stato di eccitazione sia prolungato nel tempo. Nel 1985 la professoressa Marian Diamond dell’Università della California a Berkeley pubblicò un articolo sull’Experimental Neurology Journal in cui provò a spiegare l’intelligenza di Albert Einstein, sostenendo che nel suo cervello ci fossero un numero superiore alla media di cellule gliali nell’emisfero sinistro, considerato sede delle capacità matematiche e linguistiche, eppure, era Einstein stesso a dire che non era affatto più intelligente degli altri ma solo appassionatamente curioso e che aveva mantenuto questa acuta curiosità anche da grande!
  • Non temono l’ignoranza. La curiosità più sana nasce dall’ignoranza conscia, cioè dalla capacità di riconoscersi interessati a voler saperne di più. Il socratico motto “so di non sapere” che è stato per secoli il motore di avviamento della conoscenza e della ricerca continua a suggerirci quanto senza la nostra capacità di saperci ignoranti non ci sarebbe innovazione e crescita.
  • Abbracciano il futuro. La capacità di fare proiezioni è un’abilità “poco umana” nel senso che, come esseri umani in carne ed ossa, siamo molto più attaccati al presente e ancorati al passato. Ciò che si pone di fronte a noi nel lungo termine non è così emotivamente interessante da essere affrontato nel qui ed ora. Eppure, le persone curiose non lasciano che il passato o il modo in cui le cose stanno o sono sempre state influisca sul loro modo di vedere e di prepararsi al futuro. Guardare avanti o essere sempre uno o due passi avanti agli altri può farli sembrare “pazzi” agli occhi dei propri contemporanei perché vedono ciò che gli altri ancora non possono vedere, ma, proprio per le stesse ragioni, appaiono geniali agli occhi di chi in quel futuro vivrà.

L’innovazione ha bisogno di fortuna, ma prima di tutto ha bisogno di curiosità! Ai filosofi come me insegnano una delle cose per me più importanti per alimentare l’innovazione, è un principio che credo valga la pena praticare tanto nell’educazione quanto sul lavoro, e cioè ci dicono che si deve essere curiosi non tanto per ciò che c’è (esiste) ma quanto più per le infinite cose che una cosa che c’è non è (non essere), o, detto altrimenti, ci si deve innamorare delle infinite cose che è potrebbe diventare.

Ora, dimmi, quale è la persona più curiosa che conosci?

--

--

Federica Ongis
Federica Ongis

Written by Federica Ongis

HR Training Specialist & Development — Podcaster of “Seven O’clock” Podcast — Woman-philosopher. Passionate about behavioural sciences and neuroscience.

No responses yet