Come si fa a vivere meglio?
“Vivi come se dovessi morire domani” — Gandhi.
Chiunque, almeno una volta nella vita, si è chiesto come fare per vivere meglio. La risposta è molto semplice: non devi avere paura di morire. Quando dalla bocca di Gandhi uscì quella che poi divenne una citazione da “cioccolatini Perugina” — Vivi come se dovessi morire domani — fu fatta luce su una realtà che per quanto cruda possa essere ci dice la verità.
Se dovessi immaginare di morire domani sarei assalita da un’immensa paura. E’ naturale. Tra le sei paure fondamentali identificate dagli psicologi, delle quali è affetto l’Uomo, c’è: la paura della miseria, la paura della malattia, la paura della vecchiaia, la paura di perdere l’amore e, per ultima — non per importanza — la paura della morte. Nel secolo scorso Darwin ci ha insegnato che il senso della vita umana è “lottare per la sopravvivenza” per questo motivo, la paura della morte, come esatto contrario della sopravvivenza, ci spaventa terribilmente. E’ primitivo, connaturato, determinante…umano.
Siamo una specie che se potesse scegliere in base alla sua natura sceglierebbe di vivere nel regno del determinismo. Peccato però che l’indeterminatezza è l’unica costante della nostra esistenza. Questo scontro tra regni, tra prospettive, ci trascina in un costante stato di preoccupazione. Ogni giorno siamo preoccupati per qualcosa. Questa preoccupazione ci impedisce di esprimere il nostro potenziale. Ecco che allora mi piace farmi e farti una domanda: ma come sarebbe la nostra vita se non avessimo paura di morire? Se l’essere umano avesse avuto un istinto primitivo al rischio più che alla conservazione?
Sarebbe uno sballo!
Una premessa
C’è da premettere che sarebbe un ragionamento egoista, ma in fondo, chi non pensa prima che a sé stesso? Messa da parte questa premessa, la prima cosa importante da accettare è l’inevitabilità della morte: si nasce, si cresce, si muore. Non siamo in Vampire Diaries.
Accettato anche questo punto, per nulla facile da processare, non ci resta che avere una strategia per vivere appieno la nostra esistenza.
Se finisse ora?
Se smettessi ora come ora di respirare e avessi il tempo di pensare a cosa avrei voluto fare, ora rimpiangerei di star trascorrendo i miei ultimi giorni tra le mura di casa, di non essere ancora riuscita ad esplorare il Sud America o il Giappone, di non essermi lanciata da un elicottero con un paracadute, pubblicato un libro o di non aver fatto mai fatto uno speech ad un TED. Sicuramente la lista continuerebbe ma non avrei abbastanza tempo per pensare a tutti i punti dell’elenco. La chiamano Bucket List ed è l’insieme delle cose che vorrai provare, fare, realizzare prima di salutare questo mondo.
Siccome quasi nessuno pensa che potrebbe finire ora, quasi nessuno si mette a scrivere la propria Bucket List. Eppure scriverla può essere di grande aiuto. Aver ben chiaro in testa quali esperienze vorrai vivere ti aiuta a limitare il senso di angoscia che ti assalirà quando ti rimarranno pochi secondi. Su piccola scala, ti senti come quando prepari un esame: se sai quante pagine devi preparare e ti organizzi, la settimana prima dell’esame non vivi nella paranoia più totale, afflitto da un angosciante eco che ti ripete “devo studiare un sacco!”. Avevo un sacco di cose da fare. Avere una Bucket List ti fa pensare a cosa vuoi nella vita e ti spinge a fare, fare, fare. Avere una Bucket List ti ricorda che l’angoscia è inversamente proporzionale a quanto vivi appieno la tua vita. Avere una Bucket List ti rende più affiatato e curioso verso la vita.
E’ strano ma sembra che la morte renda più ricca l’esistenza. E’ il gioco filosofico dei contrari, dove l’essere giustifica appieno il non essere. Qui è il non essere dell’esistenza che dà pieno slancio, rilancio e senso al nostro esistere.
Ho trovato un articolo di Bronnie Ware intitolato “I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire” che è l’esito di alcune indagini fatte a persone in fin di vita. Mi ha colpito leggere che gli esseri umani hanno quasi sempre gli stessi rimpianti. 5 per l’esattezza:
- Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita più fedele ai miei principi piuttosto che a ciò che gli altri si aspettavano da me;
- Vorrei non aver lavorato così tanto;
- Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici;
- Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti;
- Vorrei aver permesso a me stesso di essere più felice.
Quest’ultimo rimpianto mi colpisce: vorrei aver permesso a me stesso di essere più felice. Se immaginassi di avere pochi minuti di ossigeno e mi chiedessi: “Tutto sommato, va bene così?” e la risposta sarebbe “Oh no! Cacchio!” non avrei fatto centro. Significa che avrei potuto essere più felice, aver fatto di più. Chi ci costringe ad avere dei rimpianti? Nessuno. Siamo il prodotto delle nostre decisioni e azioni, di ciò che la nostra mente pensa e il nostro corpo agisce. Per cui credo che valga la pena sinceramente usare tutte le nostre forze per evitare di rispondere “no”.
Come creare una Bucket List
Quello che non posso fare e dirti cosa scrivere in ciascun punto della lista. Ma quello che posso fare è darti qualche suggerimento:
- Devi sognare e fare brainstoarming.
- Rimuovi ogni limite. Non ci sono vincoli. Sentiti libero da cose, persone, situazioni. Pensa a te stesso prima di tutto.
- Definisci un ordine di priorità.
- Chiediti con chi, quando, come, dove?
- Lasciati ispirare e sii creativo.
- Non smettere mai di compilare l’elenco.
… Anche perché quando smetti. Beh sarà chiaro perché.