Conosci te stesso. Personalità. Decisioni & Team Working.

Federica Ongis
12 min readFeb 19, 2022

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“γνῶθι σαυτόν”, conosci te stesso. Secondo Socrate lo scopo della filosofia era quello di aiutare gli esseri umani a conoscere sé stessi, i propri limiti e i propri punti di forza, affinché potessero essere giusti verso sé stessi e solidali con gli altri. E’ da qui che proviene il motto “γνῶθι σαυτόν”, cioè “conosci te stesso”, il monito dell’oracolo di Delfi, riportato sul frontone del tempio di Apollo per ricordare agli uomini che non c’è modo migliore per vivere se non desiderando, prima di tutto, di scoprire chi si è. A volte, chi siamo potrebbe sorprenderci! Sei pronto/a a saperne di più?

Perché dovresti saperne di più sulla tua personalità?

Comprendere la propria personalità è la chiave per ottimizzare i propri comportamenti e interagire al meglio con gli altri. Non soltanto, conoscere la propria personalità significa capire quali sono i nostri punti di forza, per cosa siamo più portati e quali sono le aree sulle quale dobbiamo lavorare consapevolmente per acquisire nuove competenze che “per natura” non ci appartengono ma che possono comunque tornarci utili. In più, significa avere un’occasione in più di coordinarci saggiamente con gli altri per trarre il meglio dalle relazioni che ci guidano in tutti i contesti.

Da Socrate ai giorni nostri sono stati fatti passi da gigante ed oggi esiste una vera e propria scienza, se non più di una, che indagano il comportamento umano. Dal più classico MBTI che affonda le sue radici nel pensiero del grande Carl Jung, al DISC, all’OCEAN, fino al più semplice test dei 4 colori della personalità, oggi ci sono diversi modi per indagare le 5 macro-dimensioni che, indipendentemente dal genere, dall’età o dalla cultura di appartenenza ciascuno di noi possiede. Seppur con sfumature diverse, con approcci comportamentali e stili peculiari, di mezzo ci sono sempre questi 5 tratti fondamentali a dare forma alla nostra personalità: l’apertura mentale (O), la coscienziosità (C ), l’estroversione (E), la disponibilità (A), il nevroticismo (N). Il grado con cui questi tratti si manifestano nei nostri comportamenti, in parte è genetica, in parte è cultura. Natura o cultura? Direbbe qualcuno: quando si parla di personalità ci sono sempre entrambe le componenti, il che rende la personalità di ciascuno di noi un fatto piuttosto complesso e per questo piuttosto interessante da indagare. Ci sono ricerche in ambito comportamentale che evidenziano come alcuni tratti della nostra personalità tendano ad essere più “innati” di altri. Per esempio, l’essere più o meno propensi all’avventura è qualcosa che ereditiamo dal contesto in cui cresciamo, diversamente l’essere più o meno socievoli dipende perlopiù da come siamo fatti. In altre parole, se i tuoi genitori ti hanno abituato fin da piccolo agli sport estremi, è molto più probabile che da grande continuerai ad aver voglia di nuove esperienze e di stimoli adrenalinici!

“Beacuse we don’t all se things the same way, we don’t all respond in the same way”.

Il modo in cui possiamo tradurre le parole di Socrate oggi ci guida verso un approccio meno contemplativo e probabilmente più scientifico, ci spinge da una domanda sul significato di questo percorso ad una ricerca più pragmatica sull’utilità di sapere perché ha senso conoscerci, sapere chi siamo e come scoprirlo!

O.C.E.A.N (Big Five)

Natura o cultura?

  • Openness. 57% genetico, 43% culturale.
  • Conscientiousness. 49% genetico. 51% culturale.
  • Extraversion. 54% genetico. 47% culturale.
  • Agreeableness. 42% genetico. 58% culturale.
  • Neuroticism. 48% genetico. 52% culturale.

Ma che cosa significa O.C.E.A.N?

O — Quanto ti piace l’avventura? Quanto ti definisci una persona curiosa? Quanto ti eccitano le nuove esperienze? Sei la classica persona che prima di andare in vacanza non dorme la notte? O che, quando era piccola, fremeva sotto le coperte aspettando Babbo Natale? Quanto adori le sfide? Se la tua risposta a queste domande è “tanto!” allora hai un alto grado di apertura mentale il che ti contraddistingue da chi apprezza di più il piacere della routine, a chi preferisce procedere con maggior cautela e non si lascia eccitare dalla novità.

C — Se devi portare a termine un progetto, quanto ti organizzi? Se vai in vacanza, pianifichi il viaggio giorno per giorno prima di partire o preferisci che le giornate scorrano all’insegna della spontaneità? Sul lavoro, i tuoi colleghi ti descrivono come una persona efficiente? Ti disturba chi improvvisa? Se la tua risposta è “si!” allora appartieni al club delle persone puntuali e coscienziose che si contraddistinguono da chi invece, potremmo dire, che “vive e lascia vivere”.

E — Energia, dinamismo, socievolezza sono parte del tuo modo di essere e di interagire con gli altri? Oppure sei più riservato? Quanto ti piace stare al centro dell’attenzione? L’anima della festa? O sei una di quelle persone “da divano, film e coperta” anche meglio se in solitudine? Il grado di estroversione definisce il nostro estroversi, introversi o — perfino — ambiversi, cioè il nostro avere più o meno bisogno del mondo esterno per acquisire sicurezza e confidenza. Uno degli errori più frequenti che si commette quando si pensa all’estroversione è quello di pensare che “chi parla tanto sia per natura estroverso”, in realtà, la facilità con cui ci esprimiamo è soltanto un tratto del nostro modo di aprirci al mondo ma non necessariamente rivela l’essere estroversi. Estroverso è colui che cerca il feedback degli altri per capire che sta facendo bene o che ha bisogno di qualcuno che glielo ricordi e lo motivi, diversamente l’introverso è colui che ha già la risposta e lo stimolo motivazionale dentro di sé.

A — Senti quel sentono gli altri? Sei amichevole nei confronti del prossimo? Provi compassione e ti lasci trasportare nelle situazioni emotivamente forti? Oppure hai uno stile più analitico, distaccato che, a volte qualcuno, potrebbe definire perfino “cinico”? Provi piacere ad aiutare gli altri o lo vedi più come un dovere sociale che fai per non “fare brutta figura”? Rispondere a queste domande ti aiuterà a capire il tuo grado di disponibilità.

N — Quanto sei ansioso? Quanto sei sensibile? Quanto sei abile ad anticipare i problemi? Se la risposta è tanto, allora hai un alto livello di nevroticismo. Probabilmente sei anche una di quelle persone che se deve risolvere un problema tende a rimandare finché non sente il peso dell’urgenza, l’ansia di dover chiudere il cerchio. Questo tratto della tua personalità fa di te una persona altamente responsabilizzata, spesso, fin troppo e ti contraddistingue da quelle persone che, all’apparenza sono più sicure, equilibrate ma anche meno votate alla responsabilità, quelle persone che — come si dice in ambito professionale — “fanno il giusto”.

E se dovessimo rappresentare ciascuno di questi tratti della nostra personalità con delle immagini? Quali useremmo? Me ne vengono in mente alcune…

O — l’avventuroso vs il routinario

C — l’organizzato vs lo spontaneo

E — l’anima della festa vs il solitario

A —il team player vs il diffidente

N — l’ansioso vs lo sciallo

Tutto ciò che è psicologico è fondamentalmente biologico.

Questa citazione ci ricorda che tutto ciò che dà forma alla nostra personalità, o, come direbbero i filosofi, che riguarda la nostra mente, in realtà ha delle radici più profonde nella configurazione del nostro cervello: mente e cervello si muovono insieme e si condizionano reciprocamente nel farci essere chi siamo. Dal punto di vista neuroscientifico, ciascuna di queste dimensioni della nostra personalità trova una risposta. In un articolo pubblicato sul Social Cognitive and Affective Neuroscience un gruppo di ricercatori italiani appartenenti a diversi istituti nazionali hanno analizzato un database di immagini relative a oltre 500 individui tra i 22 e i 36 anni, e, da una mappatura completa del cervello umano hanno avanzato l’ipotesi che esista proprio una correlazione tra la configurazione del nostro cervello, l’estensione, lo spessore, il numero di solchi e l’attività di alcune aree, e la nostra personalità.

O — L’apertura mentale, un tratto della personalità legato alla curiosità e alla creatività è associata ad uno spessore minore e ad un’area più ampia della corteccia prefrontale.

C — La coscienziosità è associata, generalmente, ad più volume significativo del giro mediale frontale nel lobo sinistro della corteccia prefrontale, quell’area cerebrale adibita alla nostra capacità di fare piani per il futuro e prendere decisioni a lungo termine.

E — L’esteroversione, invece, ha a che fare con il DRD4 un gene che sarebbe responsabile del cosiddetto “pensiero flessibile” e della nostra propensione “al cambiamento”, dell’esplorazione del rischio. Questo gene è un recettore della dopamina. Nelle persone più estroverse, la produzione di dopamina fa scattare una sorta di dipendenza nei confronti della novità, sia essa di esperienze che di relazioni. Non è un caso che le persone con alti livelli estroversione si sentano eccitate dal “nuovo” e ne vanno a caccia, proprio perché hanno bisogno di una dose maggiore di dopamina e di stimoli che ne innalzino i livelli.

A — Quanto siamo disponibili probabilmente dipende da un minor volume nel lobo orbitofrontale, cioè quell’area del cervello dove processiamo le emozioni correlate alle decisioni che prendiamo o a quello che “sentiamo” stando con gli altri.

N —Nel caso del nevroticismo, di mezzo c’è il Serotonin Transport Gene, il gene che ci aiuta a produrre la serotonina, l’ormone della tranquillità e della calma. Chi ha un alto livello di nevroticismo produce serotonina più lentamente quindi fa anche più fatica a regolare ed equilibrare le proprie emozioni, ecco spiegato il perché dell’ansia!

Attitudini & Decisioni

La nostra personalità si traduce in due modalità di essere: una si manifesta nella nostra “attitudine”, l’altra, invece nel modo in cui prendiamo decisioni.

  • Attitudine: Introverso o Estrovero (I o E)?
  • Decision-making: Thinking o Feeling (T o F)? Quanto sei cerebrale o quanto le cose “le senti”, di pancia?

Come si traducono attitudine e decision making nei 4 colori?

  • Blue: Introversion Thinking
  • Rosso: Extraversion Thinking
  • Giallo: Extraversion Feeling
  • Verde: Introversion Feeling

Adesso che stai iniziando a conoscerti, forse un poco più di prima, in quale di questi personaggi ti immedesimi di più? Quale è la tua tipologia?

E se non ti piacciono i personaggi di Harry Potter come ti vedi?

Dall’MBTI, al DISC … ai 4 colori della personalità, scopri il tuo personaggio! Le sfumature di personaggi e di colori sono infinite eppure ci riconosciamo in alcuni più di altri… quali?

  • L’osservatore/Analizzatore (Blu): preciso, accurato, critico, buon ascoltatore, orientato alla qualità e al fare le cose fatte bene, attento ai dettagli. Di che cosa ha bisogno? Crea oggettività, analizza fatti e dati, sii accurato, di un ambiente pulito e ordinato, di procedure da seguire e di standard qualitativi elevati.
  • Il riformatore (Blu-Rosso): disciplinato, consistente. Di che cosa ha bisogno? Di soluzioni basate su fatti, di una gestione del tempo efficace, di metodi di lavoro efficienti, di confrontarsi con decisioni basate su ragionamenti logici.
  • Il coordinatore (Blu- Verde): orientato al risultato, pessimista, disciplinato. Di che cosa ha bisogno? Di diplomazia e spirito di cooperazione, di routine, di linee guida da seguire e di una comunicazione coincisa e dritta al punto.
  • Il sostenitore (Verde): persistente, flessibile, equilibrato. Di che cosa ha bisogno? Sicuramente, non ama stare al centro dell’attenzione! Cerca la routine e un ritmo rilassato, un team che lo supporti e gli dia sicurezzza.
  • Il consigliere (Verde-Giallo): flessibile, buon ascoltatore, affidabile. Di che cosa ha bisogno? Ama lavorare in squadra. Il suo essere coach e consulente lo rende disponibile ad aiutare gli altri e in questo compito trova motivazione e appagamento.
  • L’ispiratore (Giallo): ottimo sostenitore, team player, collaborativo, empatico, ottimista, creativo, dinamico, eclettico. Di che cosa ha bisogno? Sicuramente di contatti veri con le persone, di trovare soluzioni ai problemi degli altri, di ottimismo, di un’atmosfera positiva e di verbalizzare pensieri e idee.
  • Il motivatore (Giallo-Rosso): stiamo parlando dell’entusiasta per natura, del promotore, il persuasivo, l’affidabile, il chiacchierone, sicuro di sé, il comunicatore capace di influenzare gli altri, l’affidabile, aperto al cambiamento e indipendente. Di che cosa ha bisogno? Innanzitutto di competizione, di testare di continuo nuove idee e, di certo, non di routine!
  • Il conduttore (Rosso): indipendente, direttivo, orientato al risultato, il change agent, l’impaziente, incisivo, assertivo, quella persona fortemente orientata al risultato. Di che cosa ha bisogno? Di fermezza, rapidità decisionale, rapidità esecutiva e di compiti sfidanti, spesso anche all’insegna del coraggio e del rischio.

Ti invito a fare un esercizio: parti dal tuo punto di vista e chiediti quale personaggio ti rappresenta di più? Poi, fai la stessa domanda ad un amico, un collega. Ti ci ritrovi? L’immagine che hai di te stesso coincide con quella che trasmetti agli altri? Quanto centrata è l’interpretazione che hai di te stesso?

Io e gli altri…

Come anticipato, uno dei vantaggi più grandi del conoscere sé stessi è capire come sfruttare il proprio modo di essere per interagire al meglio con gli altri. Pertanto, ti propongo lo stesso esercizio ma da una prospettiva diversa: questa volta prova ad associare una persona che conosci a ciascuno dei personaggi appena descritti e la prossima volta che avrai a che fare con lui/lei prova a visualizzare ciò di cui avrebbe bisogno considerato il personaggio che, secondo te rappresenta!

Quando si pensa ad un gruppo di persone ci si chiede anche come farlo funzionare al meglio (ottimizzazione). La risposta non è mai: provando a cambiare i membri del team o provando a renderli ciò che non sono, bensì accettandoli per quel che sono e trovando le giuste relazioni e il giusto modo di farli lavorare insieme. Non dobbiamo mai dimenticarci che le persone non sono cose e che per questo non possono essere “modificate” a nostro uso e consumo, piuttosto vanno accettate e gli vanno affidati i compiti per i quali sono più portate, motivate nel modo più coerente con la loro personalità e poste nel contesto più adeguato affinché possano esprimersi al massimo. Per questo, per ottimizzare il team working e trarre il massimo vantaggio per sé e per gli altri, è importante conoscere la propria personalità e quella della propria squadra! In altre parole, si deve andare a caccia di complementarietà, di diversità e quindi di ricchezza di prospettive. Tutte, nessuna esclusa, servono!

Quando e per cosa ti servono le diverse personalità?

  • Blu: se hai bisogno di struttura
  • Rosso: se hai bisogno di spingere, di accelerare, di motivare, di ottenere un risultato sfidante
  • Giallo: se hai bisogno di nuovi stimoli, di nuove idee di implementare progetti di sviluppo
  • Verde: se hai bisogno di abbassare la tensione e generare equilibrio.

La nostra personalità ci aiuta a capire chi siamo con noi stessi, chi siamo con gli altri ma anche dove vogliamo andare. Detto altrimenti, si interseca fortemente con un’altra componente determinate e cioè le cose che ci motivano (fattori motivazionali). Perché agiamo (WHY)? Che cosa ci spinge a fare questo piuttosto che quello?

  • Tradizionale: cercare e trovare il valore più importante della vita.
  • Teorico: scoprire verità e conoscere cose nuove.
  • Utilitaristico: apprezza ciò che è utile (funzionale).
  • Individualistico: affermarsi e vincere cause personali.
  • Estetico: auto-realizzarsi.
  • Sociale: eliminare i conflitti.

Dalla motivazione all’emozione. La nostra personalità ha un impatto significativo su quello che proviamo quando facciamo qualcosa, quando interagiamo gli altri. In base al “nostro colore” siamo più votati a provare alcune emozioni, piuttosto che altre.

E come ci condiziona la nostra personalità in una bella giornata… vs … durante una brutta giornata?

  • Blu: accurato, preciso, deliberato vs sospettoso, soffocante, riservato.
  • Rosso: competitivo, determinato, propositivo/proattivo vs maniaco del controllo, prepotente, direttivo.
  • Verde: rilassato, aperto a condividere, incoraggiante vs lento, testardo, dipendente dagli altri.
  • Giallo: socievole, entusiasta, persuasivo vs frettoloso, indiscreto, eccessivo.

Quanto conosci te stesso? Che cosa aspetti poniti la domanda e Fai il test!

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Federica Ongis
Federica Ongis

Written by Federica Ongis

HR Training Specialist & Development — Podcaster of “Seven O’clock” Podcast — Woman-philosopher. Passionate about behavioural sciences and neuroscience.

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