Cosa hanno in comune le persone più potenti del mondo?
Le 6 qualità del potere
La domanda che voglio porti oggi è questa: credi che si possa apprendere il potere?
Ogni anno la rivista Forbes ci propone un elenco di persone: le persone più potenti del mondo. Sono poco meno di un centinaio e nella lista compaiono nomi come: Xi Jinping, Anagela Merkel, Jeff Bezos, Papa Francesco, Bill Gates, Mark Zuckerberg, Theresa May, Warren Buffett, Tim Cook, Elon Musk, Barack Obama. Chiaramente sono nomi che tutti conosciamo o quantomeno abbiamo sentito nominare. È vero anche che sono persone che difficilmente conoscerai personalmente; ed è altrettanto chiaro che non sono solo queste le persone di potere che conosciamo: nella nostra vita, ognuno di noi, conosce o si riferisce a persone di successo.
Ecco perché potrebbe essere interessante chiedersi che cosa potrebbero avere mai in comune tra loro queste persone? Quale è il segreto del loro potere o del loro successo? Non ho intenzione di fare riferimento a ciò che è scontato: i soldi — per esempio — o ancora, le proprietà, le competenze tecniche specifiche dei settori in cui operano, o in certi casi il terribile modo in cui esercitano il potere. Prima di iniziare ci sono tre premesse da importanti da fare sul potere: la prima è che può essere conquistato o perso in un istante. La seconda è che il potere è un’abilità: quella di influenzare il comportamento degli altri. La terza è che il potere può essere appreso.
La prima qualità del potere è la sicurezza. Le persone di potere sono molto sicure di sé. Sicurezza e potere vanno a braccetto. Le persone di successo dimostrano una grande abilità nell’individuare i propri errori, limiti e fallimenti. Sono capaci di processarli senza lasciarsi scoraggiare il che li rende molto più sicuri della media degli altri individui. La sicurezza è contagiosa proprio perché più ne esibisci e più ne infondi. In questo modo, generano maggior fiducia e senso di stabilità nel potere che esercitano.
La seconda qualità del potere si nasconde nel linguaggio. Il nostro cervello è bizzarro: oltre il 50% delle parole a cui pensa hanno una connotazione, un’aurea negativa e, secondo il ricercatore e linguista Robert Scharauf, solo il 30% di ciò a cui pensiamo è positivo e solo il 20% neutro. Le persone di potere tendono a modificare queste proporzioni: hanno un vocabolario più positivo rispetto agli altri. Il nostro cervello — credo per abitudine evoluzionistica — tende ad arroccarsi su pensieri negativi più di quanto non lo faccia su esperienze positive ed eccitanti. I loop di negatività sono molto più difficili da superare che non quelli di gioia: le esperienze negative persistono più a lungo, sono più insistenti e gestirle richiede una forza maggiore. Le persone di potere sono addestrate a guardare il bicchiere e vederlo mezzo pieno.
La terza qualità del potere si nasconde nella voce: una voce profonda, chiara, dal ritmo ne troppo veloce, ne troppo lento. Il nostro cervello ama le voci profonde perché tende ad associarle alla profondità del vissuto emozionale di chi parla. Questo ci fa apparire più autentici.
La quarta qualità del potere consiste nella capacità di selezionare le persone giuste al momento giusto, i giusti alleati. Come ci ha insegnato Sun Tzu, le guerre sono silenziose e una guerra non si combatte mai a colpi di cannone, non ci si spara addosso. Per vincere, piuttosto, serve accerchiare, aggirare e solo da ultimo infliggere il colpo finale. Allo stesso modo nessuna guerra può essere vinta senza i giusti alleati. Le persone di potere non combattono con mercenari, con persone che sul più bello potrebbero cambiar partito. Proprio perché è parte della loro strategia conoscere le carte ed evitare strane sorprese, costruiscono alleanze basate su rapporti autentici, su valori e ideali, su obiettivi condivisi. Dietro ogni grande mente, infatti, si nasconde una squadra di menti grandiose. Come dice anche Mark Zuckerberg non si tratta mai di una persona, ma sempre di un team.
Al quinto posto, tra le qualità che definiscono il potere, c’è la capacità di chi ha successo di dire “no”. Penserai che sia una competenza scontata: tutti possiamo dire “si” quando ci conviene e “no” quando giudichiamo la situazione non opportuna, eppure molte persone non sanno dire di no, pensano di offendere qualcuno. Le persone di potere dicono tanti sì, ma altrettanti no. Saper dire di no presuppone avere obiettivi chiari e la capacità di focalizzarsi su di essi. Saper dire di no presuppone anche che tali obiettivi siano stati comunicati a dovere, che siano trasparenti. In questo modo, anche il “no” sembrerà un “si”, non sarà un no che infastidisce, semplicemente perché sarà chiaro il perché, il senso, addirittura non servirà dirlo ad alta voce.
Al sesto posto — ultimo ma non ultimo per importanza — ci sono le emozioni: una persona di potere non è una persona fredda e razionale, bensì una persona emozionante. La capacità di emozionare è ciò che contribuisce a farne il successo, il carisma e la leadership. Le persone di potere e di successo hanno un obiettivo che le emoziona, che le aiuta ad uscire dalla loro zona di comfort ma soprattutto che trascina chi le circonda.
Queste sei qualità, seppur declinate in forme e comportamenti diversi, fanno parte della strategia del potere: dell’attitudine della stragrande maggioranza delle persone di successo. Allenarle non è semplice — diciamolo — ma nemmeno impossibile. Resta comunque una risorsa a nostra disposizione. Attenzione però: chi troppo vuole nulla stringe! Almeno il proverbio dice questo e a buon dire perché, quando si parla di potere, bisogna stare in guardia e non cadere nella trappola dell’ossessione. Il potere non è un tesoro che si trova e si custodisce, così come il successo che ne deriva. Il potere fine a se stesso è dannoso e porta chi lo detiene ad essere un cattivo esempio. Gli effetti del potere sul cervello umano sono devastanti: non è solo un modo di dire, ma il potere cambia davvero le persone. Alcune ricerche condotte dai ricercatori dell’Università di Berkeley hanno rivelato quanto è invasivo il potere, così invasivo da distruggere i nostri neuroni specchio, diminuendo la nostra capacità di sviluppare empatia. È qui che viene fuori il paradosso del potere e del successo: toglie alle persone che lo esercitano alcune delle capacità che le hanno aiutate ad esercitarlo ed ottenerlo. Questo ci insegna una cosa fondamentale sul potere: la strategia più importante per sviluppare potere, costruire successo e mantenerlo è condividerlo.
“Louis Howe, era il consigliere del Presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin Delano Roosevelt, non smise mai di chiamarlo per nome, invece che presidente. Così Roosevelt non dimenticò l’origine del suo potere”.