Credi nei test della personalità?
Nel tentativo di provare a scoprirci adoriamo affidarci ai test della personalità: vanno parecchio di moda! L’MBTI, i quattro colori della personalità, ce ne sono diversi e ciascuno ci restituisce un’immagine di noi stessi con sfumature particolari. I test della personalità ci dicono che siamo tutti diversi, il modo di sentire, di comportarci è specifico in ognuno di noi per il fatto che ognuno di noi reagisce diversamente agli stimoli del mondo esterno. Ma che cosa è che determina la nostra personalità? Soprattutto, possiamo davvero cambiare il nostro modo di essere?
Jung diceva che gli esseri umani sono fatti per essere categorizzati, eppure ogni individuo è un eccezione alla regola. Nel tempo i ricercatori del comportamento umano hanno provato ad individuare tutti i termini che descrivono la nostra personalità, li hanno raggruppati e ri-raggruppati di nuovo, fino ad arrivare a 5 macro-categorie che descrivono i cosiddetti “Big Five”, meglio conosciuti come O.C.E.A.N: Openness, Coscientiousness, Extraversion, Agreebleness, Nevroticism. I Big Five sono validi in quasi tutte le culture del mondo e descrivono in vari gradi il nostro essere più o meno aperti di mentalità (O), più o meno portati a pianificare le cose o esplorare ( C), più o meno attratti dalle relazioni sociali (E), più o meno orientati a credere e affidarci agli altri (A) e descrivono il nostro essere più o meno nevrotici (N), cioè più o meno sensibili ai pericoli o ai rischi e ad anticipare i problemi. Non esistono tratti “positivi” o “negativi” della personalità ma soltanto gradi e sfumature diverse. Tutti i tratti fondamentali della nostra personalità interagiscono tra loro. I Big Five catturano soltanto alcuni aspetti predominanti del nostro modo di essere e di comportarci ma non catturano tutto: l’umorismo, la fiducia, la sincerità, i valori sono altri elementi cruciali che ci definiscono. Per esempio, si dice che le persone più aperte di mentalità tendono a sposarsi più tardi; che le persone più nevrotiche abbiano un approccio alla vita più drammatico; che le persone meno amicali tendono a mettere in dubbio gli altri o a pensare male degli altri.
Molti di noi vorrebbero cambiare la propria personalità, ma è davvero possibile? In parte lo è, in parte no. Questo perché la nostra personalità è per il 50% dipendente dai nostri geni e per l’altro 50% influenzata dalle nostre relazioni sociali, dalle esperienze che ci capitano nella vita e dalle attività di tutti i giorni. Già osservando il comportamento dei neonati è possibile prevedere quanto essi saranno estroversi da adulti. Di fronte ad un rumore un bambino estroverso “per natura” tenderà ad essere catturato dalla fonte del rumore, mentre un bambino meno estroverso si girerà dall’altra parte nel tentativo di isolarsi. Tuttavia, man mano che cresciamo le nostre predisposizioni genetiche si esprimono in modo diverso. Potremmo dire che i geni determinano i nostri limiti, ma la pratica e le azioni ci aiutano a muoverci all’interno di questi confini influenzando e modificando la nostra personalità. La buona notizia è che, grazie alla flessibilità del nostro cervello e alla possibilità di modificarne strutturalmente la configurazione neurale, ciascuno di noi può acquisire sfumature nuove nella propria personalità. In altre parole, cambiamo continuamente anche se, in fondo, rimaniamo sempre la stessa persona! Cambiare è faticoso ma è sempre possibile: per esempio, se sei una persona avversa al rischio puoi iniziare a fare cose rischiose, sport estremi, cambiare lavoro di continuo, prendere decisioni più spontanee e, con il tempo, semplicemente provando ad essere la persona che desideri essere con continuità la tua propensione al rischio può migliorare. Lo stesso vale se sei una persona eccessivamente nevrotica, se ogni volta che ti trovi in una situazione ti capita di pensare il peggio e provi piacere nell’anticipare i problemi, in tal caso puoi iniziare a “vedere il bicchiere mezzo pieno” ed allenarti all’ottimismo tipico di chi vive con più spensieratezza. In questo, una cosa è certa: il contesto a cui apparteniamo ci plasma parecchio e, spesso, senza che ce ne rendiamo conto, ma in tutto ciò, solo noi possiamo essere protagonisti della nostra storia e della nostra identità.
Di nuovo, non esistono tratti della personalità buoni o cattivi e nessuno di noi è perfetto, ma ciascuno di noi con il suo modo di essere genera valore nelle relazioni interpersonali e contribuisce all’evoluzione della specie. Tornando alla domanda di partenza: “Credi nei test della personalità?” quello che possiamo affermare è che sicuramente aiutano come punto di partenza per darci la consapevolezza che ci serve per avviarci sul sentiero che ci permetterà, con il tempo, di scoprire chi vogliamo essere!