Dire “NO”. Come, perché e come mai è così difficile?
Gli antichi scultori ci hanno insegnato che la bella statua è il risultato di un lavoro di rimozione. Togliere piuttosto che aggiungere è l’operazione necessaria per generare l’opera d’arte. Così come nell’arte e nella scultura, anche nella costruzione dell’identità personale, vale la stessa regola e lo stesso suggerimento: togliere, rinunciare, dire di “no” permette di mettere in luce i propri bisogni e tutelare i propri valori personali, facendo capire all’altro che abbiamo esigenze da rispettare e offrendo alla nostra personalità l’opportunità di emergere coerentemente a ciò che scegliamo di essere.
Perché le persone fanno fatica a dire di no?
Conoscerai sicuramente una o più persone che non riescono a rinunciare o che, se gli viene chiesto qualcosa, fanno una fatica esagerata a dire “no”. Dire di no ci crea molti problemi perché mette in campo una serie di emozioni negative che, ogni essere umano, nel profondo, fatica a tollerare. L’intolleranza è ancor più spinta se ci troviamo faccia a faccia con l’altro. Alcune ricerche dimostrano addirittura che ci sono persone disposte ad abbracciare proposte immorali o a commettere azioni indegne pur di non vivere o doversi confrontare con l’imbarazzo di un “no”. Inconsciamente essere compiacenti, cioè assecondare la posizione altrui anche quando non siamo convinti o d’accordo con ciò che ci viene detto o proposto, è una reazione spontanea che nasce nel desiderio di essere accettati o di piacere. Dietro la difficoltà ci sta o una bassa autostima o, molto spesso, l’esigenza inconscia di fare branco e il branco deve per forza condividere lo stesso punto di vista, almeno così pensiamo.
La paura di offendere è più forte della paura di soffrire.
Le neuroscienze evidenziano e supportano questo disagio psicologico dimostrando le reazioni neurali che si generano di fronte al “rifiuto”. L’attività cerebrale è maggiore e si registra una più intensa attività della corteccia quando viviamo esperienze negative e quando diciamo o ci viene detto di “no” siamo proprio in una di quelle circostanze. A ciò si aggiunge la memoria: nell’immaginario collettivo il “no” ha una connotazione negativa e il nostro cervello lo sa e lo registra, apprendendolo dall’esperienza, reagisce quindi di conseguenza ogni qualvolta si confronta con questa parola: “NO”. Non è un caso che perfino la nostra attenzione viene catturata quando sentiamo qualcuno che dice “no” in maniera convinta, il nostro cervello, infatti, ci dà un segnale e ci dice che nei dintorni potrebbe esserci una potenziale minaccia di rigetto.
Perchè e come dire “No”
Poter dire di no significa riconoscerci prima come individui e poi come individui parte di una comunità o di un gruppo, vuol dire mettere in luce i nostri bisogni in primis e assumersi il compito, seppure faticoso, di trovare strade e modalità di far capire all’altro la nostra diversità. Piuttosto che adeguarci alle pressioni cognitive altrui vale la pena adoperarsi per comprendere quali opzioni abbiamo per dire di no e tutelarci.
Vediamone alcune:
- Essere diretti (che non significa essere aggressivi);
- Motivare la risposta: “Grazie dell’invito, ma ho un altro impegno”;
- Mantenersi educati nel rifiutare;
- Rimandare a più tardi: “Ci penso e ti faccio sapere”;
- Non inventare scuse e non ti giustificare;
- Utilizzare un linguaggio “morbido” per non sembrare eccessivamente scontroso.
- Esprimi il tuo punto di vista, le tue priorità attuali, provando a comprendere anche quello altrui: “So che è importante per te, ma non voglio farlo!”;
- … soprattutto, ricorda: hai il diritto a dire di no!
L’essere umano impara fin da bambino che dire di “no” è sbagliato perché “bisogna essere disponibili”, “rispettare l’autorità” e “non contraddire”. Tuttavia, dire di no a qualcosa o a qualcuno senza sentirsi in colpa è un’abilità alla quale dobbiamo allenare il nostro cervello affinché non provi alcun dispiacere qualora questo ci faccia bene. Un sì dato per educazione, differisce da un sì dato per convinzione nella misura in cui il secondo è il modo che abbiamo di esprimere la nostra identità e dargli forma. Essere un po’ rivoluzionari nei confronti di noi stessi significa trovare saggiamente e assertivamente il modo per disinnescare le aspettative altrui e le reazioni più automatiche della nostra mente per non rinunciare a ciò che ci sta a cuore. Del resto, non dimentichiamocelo: se dici di “no” non smetti di essere una brava persona, anzi, non fai altro che fare un passo avanti per essere la persona che vuoi essere!