Ignoranza Emotiva

Federica Ongis
6 min readFeb 5, 2022

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Se vogliamo vivere correttamente, abbiamo bisogno di una certa abilità per muoverci in tre diverse aree: il mondo esterno, il mondo interno e il mondo degli altri — Daniel Goleman.

Riconoscere, identificare, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri: è ciò che definisce la nostra intelligenza emotiva (EI). L’intelligenza emotiva è quella forma di intelligenza che ci permette di distinguerci. Il fatto che il cervello pensante si sia evoluto da quello emozionale ci dice molto sui rapporti fra pensiero ed emozioni: molto prima che esistesse il cervello razionale, quello emozionale esisteva già e ci ha guidato per secoli nell’affrontare situazioni e compiti complessi. 40 anni di ricerca all’Università di Berkeley hanno rivelato che l’intelligenza emotiva è fino a 4 volte più “potente” ed “influente” dell’intelligenza razionale, ossia di quella forma di intelligenza che siamo soliti misurare con il calcolo del QI. Un alto quoziente di intelligenza emotiva aumenta fino al 20% la nostra produttività e le nostre probabilità di successo. Non è un caso che il World Economic Forum abbia inserito proprio l’intelligenza emotiva tra le prime 10 competenze che ciascuno di noi deve sviluppare per rimanere competitivo nel futuro che ci attende. Ma come si fa a migliorare la propria intelligenza emotiva ed evitare di fare la figura degli ignoranti emotivi?

A che punto sei?

Riconosci le emozioni degli altri? Ti capita spesso di “sclerare”? Che cosa fai per motivare te stesso/a? Quante volte ti succede di distrarti mentre gli altri ti parlano?

Queste domande sono solo alcune delle domande che dovresti porti per capire quale è il tuo punto di partenza. Si può testare il proprio livello di intelligenza emotiva? A quanto pare si. Fai il test! (Ne esistono diversi! 😉).

Ciascuno di noi è un ignorante emotivo, o almeno ci capita di esserlo. Scommetto che anche tu conosci una persona intelligente che non si applica e che per questo non si è mai laureata, o una persona che quando gli parli ti sembra sempre distratta e altrove, o ancora, quella persona che ha sempre la risposta o la soluzione pronta ma appare “ruvida” nel trasmetterla. Capita che quella persona siamo proprio noi!

Riconoscere la nostra ignoranza emotiva significa innanzitutto riscoprirci interessati a colmare le nostre lacune e a risintonizzarci con il nostro vissuto emozionale e quello degli altri. Troppo spesso ci affidiamo alla logica e alla ragione per affrontare le complessità delle nostre giornate; o ancora, ignoriamo quello che sentiamo perché siamo distratti; o capita che “ci lasciamo andare” per pigrizia dimenticandoci come controllare le nostre emozioni e con esse i nostri comportamenti e le conseguenze che hanno su chi ci circonda!

L’EI. Un’abilità complessa.

L’intelligenza emotiva consiste nella nostra abilità nel gestire le nostre emozioni e quelle emozioni degli altri; dunque, è una sorta di super potere che ci permette di avere consapevolezza di quel che proviamo, di controllare quel che sentiamo e di entrare in connessione e sinergia con chi ci circonda per sviluppare relazioni vantaggiose e stimolanti. Alcune parole d’ordine sono: motivazione, consapevolezza, empatia!

Spesso commettiamo l’errore di confondere l’intelligenza emotiva con il solo modo che abbiamo di gestire le nostre emozioni; in realtà, l’EI è qualcosa di molto più complesso. L’EI tiene insieme: la consapevolezza, il benessere e l’equilibrio interiore, la motivazione, l’empatia, a cui si aggiunge, la nostra capacità di gestire e controllare le emozioni. Il grande vantaggio delle persone con un’alta intelligenza emotiva sta nell’efficacia e nell’influenza che essi hanno sugli altri. Se è vero che le persone più interessanti sono anche le più interessate è anche vero che non si può parlare di EI senza parlare della sua parente più stretta, ossia l’IR (l’intelligenza relazionale). Ispirare sé stessi, avere fiducia in sé stessi è premessa per ispirare e guidare gli altri. Chi possiede un’alta EI, solitamente, si rivela abile a costruire relazioni con il prossimo: è attento, è flessibile e capace di adattarsi ai bisogni di chi gli sta attorno, è capace di comunicare e di generare empatia.

10 Suggerimenti per accrescere l’EI

Il primo passo per lavorare sulla nostra intelligenza emotiva consiste nel lavorare su noi stessi.

  • Prenditi momenti per te stesso/a. Se sei distratto non puoi essere attento, se non sei attento non puoi sentire né le tue emozioni, né tanto meno quelle altrui.
  • Celebra i tuoi successi e indaga ciò che ti motiva di più. Gli eventi positivi che ci capitano, spesso, passano in secondo piano, o meglio, vengono dati per scontati. Se ci pensi bene, tendiamo a ricordarci delle esperienze negative che ci succedono perché esse ci restano impresse nel cervello, scavano un solco più profondo. Eppure, riconoscere i nostri successi significa imparare a capire che cosa è che ci motiva e cioè quale è la strada da seguire.
  • Abbi fiducia negli altri e metti da parte lo scetticismo. Come è che si dice? “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Sembra che lo scetticismo vada di moda, tuttavia diffidare del prossimo non è una buona strategia per instaurare relazioni costruttive. Con ciò non significa che si debba dar retta a tutto e tutti, ma quantomeno lo scetticismo non dev’essere premessa per sbattere la porta in faccia a chi, potenzialmente, ha qualcosa di interessante da dirci!
  • Fai domande e ascolta. Correlato al punto precedente ascoltare e fare domande è da sempre e per sempre il modo migliore per interessarsi agli altri.
  • Osserva piuttosto che reagire. Chi medita lo sa bene, che l’equilibrio del proprio mondo interiore è l’espressione di una grande forza: la forza di controllare e gestire quelle circostanze in cui vorremmo reagire impulsivamente. Impara a posporre per avere il tempo di osservare e agire con più informazioni e più coerenza di quello che faresti se reagissi.
  • Comunica i tuoi bisogni e le tue idee senza paura. L’EI è anche capacità di comunicare all’esterno le proprie esigenze e influenzare il mondo attorno a noi affinché questi bisogni vengano soddisfatti e ci rendano felici. Non avere paura di parlare di ciò che senti.
  • Affronta i problemi con umiltà. Il tuo mondo interiore non è il solo e l’unico. Non cercare di importi.
  • Prenditi il tempo di esaminare quali effetti le tue parole e le tue azioni hanno avuto sugli altri. Si tratta di un esercizio che non dovremmo fare solo dopo aver litigato con qualcuno o in quelle circostanze in cui “esageriamo”, ma anche quando sembra tutto “normale”. Questo perché l’influenza dei nostri comportamenti sugli altri è tanto più sottile e persuasiva quando non desta sospetto. Alla prossima conversazione prenditi 3 minuti e chiediti: “Che cosa sta provando l’altro?”, “Che cosa vorrà fare dopo ciò che gli ho detto?”, “Quanto era motivato a parlare con me?”
  • Trova il modo di mantenere un approccio positivo. Vedere il bicchiere mezzo pieno è l’unico modo per avere sempre qualcosa da bere! That’s it.
  • Agisci come se dovessi dare il buon esempio ai tuoi figli. Le persone più equilibrate, oltre che nascondere un alto quoziente di EI, si rivelano leader naturali. Chi gli sta accanto si chiederà: “Ma come diavolo fa a fare quello che fa con un approccio così equilibrato, proattivo, propositivo e perfino ottimista?”. Semplice: l’EI gli mostra prima la strada individuale da seguire, poi, il modo di influenzare gli altri affinché gli siano di sostegno, infine, il modo di guidare gli altri affinché trovino il proprio sentiero.

L’Hard tra le “Soft”

L’EI è forse la più Hard tra le “People Skills”. Si tratta di una competenze strategica in un mondo il cui l’equilibrio personale e il network sociale sono diventate le due componenti fondamentali per avere successo. Al tempo stesso, l’EI è una forma di intelligenza inesauribile, il nostro cervello non si stanca mai di lavorarci e di svilupparla — a differenza di quanto accade per il QI che, sale e scende nel corso della nostra adolescenza, ha il suo apice attorno ai 30 anni e poi cala nelle sue prestazioni.

E tu, sei pronto/a a lavorare sulla tua EI? Non rimandare!!!

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Federica Ongis
Federica Ongis

Written by Federica Ongis

HR Training Specialist & Development — Podcaster of “Seven O’clock” Podcast — Woman-philosopher. Passionate about behavioural sciences and neuroscience.

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