Le parole danno forma al mondo
Chiunque pensi che il linguaggio sia cosa banale si sbaglia di grosso! Per “banale” intendo dire chiunque usi il linguaggio superficialmente. E’ una convinzione latente che abbiamo in molti quando parliamo senza pensare, quando pensiamo che una “parola vale l’altra”, quando ci lasciamo guidare dal fatto che parlare sia un’attività automatica per il nostro cervello che non richiede troppo sforzo. Il nostro modo di parlare e di utilizzare le parole, è il nostro modo di comunicare e il modo in cui comunichiamo definisce, in gran parte, chi siamo e che cosa gli altri pensano di noi. Che cosa hanno in comune le persone più di successo? Spesso, il fatto di saper comunicare bene!
La magia delle parole
Le parole sono “magiche” nella misura in cui, una volta proferite, danno forma al mondo attorno a noi. I primi ad insegnarcelo furono i sofisti che nell’antica Grecia professarono l’arte dialettica e l’uso della parola come strumento di potere. I sofisti erano percepiti talvolta come veri e propri “stregoni” perché sapevano fare delle parole qualcosa di magico e trasformativo. Allo stesso modo, l’espressione “fake it until you make it” (comportati come se), molto usata dagli americani, ha un fondo di verità: il nostro cervello, infatti, è letteralmente condizionato dalle parole. Ti basta un secondo per assumere il controllo del tuo stato d’animo e del mondo introno a te perché ti basta proferirlo. Quando entri in ufficio la mattina e inizi a dire che sei “distrutto”, tutto sarà più faticoso. Non soltanto ti apparirà più faticoso, ma lo sarà realmente. Allo stesso modo, se devi affrontare una settimana intensa e ironicamente dici: “mi aspetta una settimana di pieno relax” la vivrai meglio. Questo perché nel nostro cervello ci sono due aree che si occupano del linguaggio: la prima ascolta quello che dici e registra il significato letterale delle parole. Quindi attiva una serie di meccanismi progettati per realizzare ciò che hai detto; la seconda, invece, è quella che interpreta il contesto, cioè che capisce esattamente se sei serio o stai scherzando. Ancora, quanto di chiedi, per esempio, “che cosa posso fare di più? o di diverso?” il tuo cervello avvia un meccanismo di ricerca che ti va venire in mente nuove idee. Dichiarare pubblicamente ed esplicitamente una convinzione costringe il tuo cervello a ricercare una sorta di coerenza che genera commitment verso quella credenza. Insomma, il nostro cervello fa fatica a distinguere ciò che è reale da ciò che ci immaginiamo, così ci inganna più volte di quanto ci piacerebbe credere!
Storytelling
Dare forma al mondo con le parole è questo ciò che fanno le persone che hanno il potere del linguaggio, i grandi storyteller. Sono buoni comunicatori, amano leggere e scrivere, esibiscono un ampio vocabolario, combinano saggiamente le parole e così ti trasportano dentro la loro storia e la loro visione del mondo risultando convincenti e persuasive.
(1) Il nostro linguaggio è condizionato ampiamente dalle nostre emozioni. L’uso strategico delle parole presuppone la capacità di “gestire lo stato”, ovvero di connettersi con l’obiettivo che abbiamo in mente raffreddando il nostro stato emotivo. Le abilità linguistiche vengono tendenzialmente associate alla creatività e la creatività, si pensa sia qualcosa di lontano dal pensiero strutturato e analitico, in realtà, la migliore espressione della creatività presuppone grande struttura e strategia. Insomma, chi reagisce di pancia, tendenzialmente, ha un unico modo di reagire di fronte a quel che gli accade risultando povero d’espressione e di pensiero, invece chi riesce a rielaborare il proprio stato ha il tempo di generare più opzioni ed essere libero di scegliere come posizionarsi.
(2) Il nostro linguaggio per essere efficace dev’essere semplice. I grandi storyteller sanno che per coinvolgere il pubblico nella loro narrazione devono rendere la loro storia accessibile e appassionante. Regola numero uno per riuscirci è la semplicità. L’uso saggio del linguaggio presuppone la scelta delle parole giuste, quelle che non richiedono un eccessivo sforzo cognitivo. Il linguaggio forbito crea barriere. A meno che non si vogliano creare intenzionalmente per manipolare una situazione è meglio lasciare la terminologia complessa agli antichi scrittori!
(3) Il nostro linguaggio per essere efficace deve far pensare. Chi sa parlare sa far pensare. Sa fare le domande giuste e le buone domande sono quelle a cui l’interlocutore non è in grado di rispondere al volo. A risposta veloce corrisponde domanda non troppo riuscita. Le domande devono far pensare e devono portare chi ti ascolta a pensare in modo alternativo, devono stimolare nuove idee e nuove intenzioni.
(4) Il nostro linguaggio per essere persuasivo deve dare evidenza a ciò che è importante. Notiamo e percepiamo solo ciò che conta per noi, per tutto il resto il nostro cervello è cieco. Siamo convinti di quel che crediamo e pensiamo e ignoriamo tutto ciò che è estraneo o contraddittorio. Chi sa adoperare il linguaggio sa sfruttarlo saggiamente per dare rilievo agli elementi di coerenza, servendosi di questi ultimi come ganci per per introdurre al pubblico il proprio punto di vista.
(5) Chi sa comunicare sa stare in ascolto tant’è che la regola numero uno è: mai esporsi prima di avere abbastanza informazioni! Prendi gli avvocati: nei migliori dibattiti, il buon avvocato è quello ascolta, coglie le parole e le rielabora e le sa usare scientemente per far vincere il proprio cliente.
(6) Chi sa comunicare padroneggia i propri pensieri ed è questa la chiave per l’efficacia. Governare i pensieri significa soprattutto saperli selezionare e portare alla mente nel momento e nel contesto giusto, significa non lasciarsi travolgere per decidere come essere presenti nel qui ed ora.
L’intelligenza linguistica
La capacità di utilizzare il linguaggio per dare forma al mondo è nota come “intelligenza linguistica”. L’intellingeza linguistica è la sensibilità per il significato delle parole, il loro ordine, i suoni, i ritmi, le inflessioni, le diverse funzioni del linguaggio, la fonologia, la sintassi. Esistono persone che, quando parlano ti ammaliano, per il modo in cui, grazie all’uso cosciente e strutturato delle parole, sono capaci di far succedere le cose.
Morale: come diceva la mia professoressa di filosofia “Ricorda: le parole sono pietre” pertanto, dai forma al tuo linguaggio e darai forma al mondo attorno a te!