Perché impariamo meglio dagli ERRORI e…quando siamo FELICI
Se hai partecipato almeno una volta nella vita ad un gioco a quiz alza la mano?!
Imparare dagli errori
Fino a qualche anno fa avevo l’abitudine di trovarmi con gli amici il giovedì sera a giocare al “Dottor Why?”. Si tratta di un gioco a squadre dove si deve rispondere a delle domande ad opzione multipla su argomenti di vario genere. Vince, ovviamente, chi risponde correttamente e nel minor tempo possibile al maggior numero di domande. Per ogni domanda hai 4 opzioni. Selezioni quella che secondo te è la risposta esatta e… ops! Risposta sbagliata!
E’ a questo punto che il gioco si fa interessante, non tanto ai fini della vittoria ma ai fini della domanda che voglio porti: “Lo sai perché impariamo meglio dagli errori?”.
Se presti attenzione alla tua reazione quando, nel gioco, ti accorgi di aver dato la risposta sbagliata ti renderai conto di una cosa: non vedi l’ora di sapere quale era quella giusta. Di fronte all’errore il nostro cervello si accende di curiosità, di una curiosità enorme, desidera a tutti i costi sapere come sarebbero dovute andare le cose e così ci stimola a prestare molta più attenzione tant’è che al termine del gioco ci ricordiamo molto meglio le risposte corrette delle domande che abbiamo sbagliato di quelle a cui abbiamo risposto correttamente fin dal primo istante!
Dal punto di vista evoluzionistico, il nostro cervello è cablato per correggersi laddove percepisce che ci sia stato un errore questo perché “fare bene” equivale ad avere “una chances” in più di sopravvivere. Ovviamente non è il caso del gioco ma poco cambia. In sostanza, apprendiamo meglio dagli errori, specialmente dai nostri errori, perché quando commettiamo uno sbaglio il nostro cervello si concentra, si focalizza e si predispone meglio ad apprendere.
Oggi esistono diverse modalità di apprendimento che sfruttano questo stimolo: la gamification, ad esempio, non fa altro che trasformare il contenuto formativo in un gioco per rendere l’apprendimento più coinvolgente, accattivante ed efficace. Apprendere significa sperimentare e nella sperimentazione non può mancare l’errore, ecco perché, più che una “lezione frontale”, questi approcci formativi possono avere un impatto interessante!
Ma… attenzione a non deprimersi quando si sbaglia perché…
Essere felici, migliora la nostra capacità di apprendere
Lo psicologo e neuroscienziato Mark Rosenzweig (Berkeley University) ha condotto alcuni studi interessante sui topi e ha notato che i topi che, per tutta la vita, avevano vissuto in ambienti stimolanti registravano un cervello con una densità e un peso maggiore del 5% rispetto a quello di topi che avevano trascorso gran parte della loro esistenza in gabbia. Queste evidenze indussero Mark a concludere che: l’educazione e la formazione continua contribuiscono non solo ad aumentare le connessioni neurali nel nostro cervello, ma ad accrescerlo (sia in volume che in densità). Proprio come un muscolo la formazione “pompa” il nostro cervello per questo non dovremmo mai smettere di imparare! Esistono, però, delle condizioni in cui siamo più predisposti all’apprendimento: una di queste è quando siamo bambini, un’altra è quando siamo felici!
La felicità e le emozioni positive danno un importante contributo al nostro processo di apprendimento. Così come ridere ci permette di fissare meglio le informazioni. Il motivo? Ce ne sono diversi.
Il primo è che le emozioni positive stimolano la nostra attenzione e l’attenzione è essenziale per cambiamenti a lungo termine.
Ti sarà capitato a scuola di avere un professore o una professoressa particolarmente noiosi e di giudicare altrettanto tale la loro materia?! Così come ti sarà capitato di avere un prof. o una prof. super divertenti e pensare che “la matematica fosse uno spasso”! A dire il vero, un atteggiamento mentale orientato verso l’ottimismo e quindi verso emozioni di gioia, fiducia in se stessi e nelle proprie capacità migliora decisamente le capacità di apprendimento, di lavoro e, in generale, di risoluzione dei problemi (Alice Isen della Cornell University di New York).
Dunque, la seconda ragione è questa: le emozioni positive creano condizioni biochimiche favorevoli allo sviluppo delle nostre funzioni cognitive. Esse influenzano le nostre abilità nei compiti cognitivi a causa dell’aumento nel cervello dei livelli di alcuni ormoni, in particolare della dopamina (ecco perché anche fare sport aumenta le nostre capacità di apprendimento). L’aumento di questo neuro-trasmettitore avviene quando siamo felici e appagati proprio perché la dopamina è il cosiddetto ormone della ricompensa, e promuove, tra le altre cose, l’interesse, la motivazione, l’attenzione, la memoria di lavoro e la nostra capacità di imparare.
La terza motivazione emerge da una ricerca pubblicata su Nature Communications da un gruppo di scienziati dell’University College di Londra e del Champalimaud Centre for the Unknown (Ccu) in Portogallo in cui i ricercatori mostrano l’effetto della serotonina, l’ormone della felicità, nel far si che, non solo le nostre capacità di apprendimento siano migliori, ma anche più rapide e più flessibili.
Morale: la prossima volta che vuoi imparare qualcosa ricorda errori e felicità fanno tutta la differenza!