Procastinatore o impulsivo?
Pensi prima agire o agisci prima di pensare? Esistono due categorie di persone: quelle che amano fare le cose subito e quelle che la tirano lunga. Precastinare o procastinare, quale è la differenza? La precastinazione è la tendenza a fare quanto ci viene richiesto o quando abbiamo in programma di fare il prima possibile. Al contrario, chi procrastina, rimanda e rimugina.
Nonostante le nostre preferenze o inclinazioni individuali, a ognuno di noi sarà capitato di vivere entrambe le situazioni. Quando rispondiamo di fretta alle e-mail, quando inviamo documenti senza rifinirli, quando ci fermiamo fino a tardi al lavoro per il piacere di chiudere le tante attività che abbiamo da fare, stiamo precastinando. In qualche modo, potremmo ricondurre, la precastinazione ad una qualche forma di impulsività. Dall’altra parte, quando qualcosa ci dà ansia o non ci piace, eppure sappiamo che è una cosa che dobbiamo fare, come fare le faccende domestiche weekend, tendiamo a posticiparla, e questo, è un chiaro esempio di procastinazione.
Indagare i tempi dell’azione può aiutarci a comprendere quali sono i tempi più opportuni per prendere decisioni sagge ed equilibrate nella vita di tutti i giorni.
Preferenze cognitive
Un team di piscologi dell’Università della California ha studiato il fenomeno della precastinazione e ha provato a spiegare perché anche se le persone si impegnano in un processo decisionale apparentemente impulsivo, in realtà, trovano più benefici se pensano prima di agire e se sanno come organizzare i propri pensieri. Per quanto il nostro cervello apprezzi l’immediatezza e le risposte automatiche, perché non richiedono uno sforzo cognitivo eccessivo, d’altro canto dover tornare indietro a ripensare o rivedere le nostre decisioni è ancora più faticoso, dunque, peggio! Ciò ci dice che, è vero che è bene non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi, ma è anche vero che la fretta ha un costo cognitivo troppo oneroso. Come esseri umani abbiamo una naturale tendenza a “voler liberare la mente” e a volerlo fare nel più breve tempo possibile per dedicare le nostre risorse cognitive ad altre attività, il che molte volte, ci rende impulsivi. Queste evidenze ci dicono che i tempi dell’azione e la capacità di saper organizzare i nostri pensieri può avere dei vantaggi enormi.
Quali sono i vantaggi di saper organizzare i pensieri che guidano le nostre azioni?
Primo: imparare a gestire i carichi cognitivi. Secondo: avere chiare le conseguenze delle proprie decisioni e sviluppare quindi una capacità di anticipazione. Terzo: una miglior creatività e capacità di comunicare. Quindi, il vantaggio più grande di saper organizzare i nostri pensieri è capire esattamente quando è il momento di agire, senza farlo troppo di fretta e senza metterci troppo tempo!
Esistono diversi modi per trovare il giusto tempismo:
(1) Usa le mappe mentali. Le mappe mentali stimolano il senso critico e aumentano la nostra capacità di focalizzarci sugli aspetti prioritari delle decisioni. Dunque, ci indicano visivamente quale è la strada decisionale più efficacie e breve da percorrere.
(2) Trova le connessioni tra i diversi input. Le decisioni che siamo chiamati a prendere possono risultare estremamente complesse e ricche di conseguenze inaspettate. Saper anticipare i risultati è un’abilità straordinaria che ci permette di fare molta meno fatica in un secondo momento. Se parliamo di decision-making, quella di anticipare, è una vera e propria competenza strategica. Per diventare abili a fare questo, dobbiamo diventare bravi a considerare a mettere sul tavolo tutti i pensieri connessi a quel corso d’azione identificandone le connessioni. Un metodo efficace per fare ciò, ad esempio, è scrivere (mettere i pensieri nero su bianco!).
(3) Immaginare. Dipingere i possibili scenari di un corso d’azione, immaginandoseli, può aiutarci immedesimarci nelle situazioni prima di viverle realmente. Quando siamo chiamati a prendere una decisioni dobbiamo saper usare l’immaginazione per equilibrare le nostre emozioni e non lasciare che l’euforia o lo sconforto ci rendano impulsivi o demotivino completamente le nostre azioni. Le nostre emozioni possono darci informazioni importanti su ciò che è prioritario fare, anche quando è difficile confessarlo razionalmente a noi stessi, pertanto immaginarci come un’azione possa farci sentire può essere un ottima strategia per dare priorità alle cose che dobbiamo/vogliamo fare.
Cosa appartiene e cosa ha ereditato l’essere umano?
L’impulsività ha una sua radice nell’evoluzione della nostra specie: gli uomini primitivi ne avevano bisogno per fronteggiare situazioni difficili in poco tempo, la sua funzione era in qualche modo proteggerci dai pericoli. La procastinazione, invece, è il frutto della complessità di quest’epoca che ci ha reso, nel tempo, sempre più incapaci di fare previsioni e di mettere in ordine di priorità le nostre azioni, perciò ci viene più comodo e semplice rimandare. Impulsività e procastinazione convivono oggi nella vita di ciascuno di noi perché la società contemporanea ci ha insegnato che è tanto più importante avere obiettivi a lungo termine piuttosto che provare a sopravvivere (che non è più un tema), ma allo stesso tempo ci bombarda di tentazioni che richiedono un nostro feedback immediato con aspettative e rewarding a brevissimo termine.
Morale: trovare il giusto tempismo significa pensare il giusto prima di agire e sapere come farlo nel modo più efficace e coerente possibile con le nostre priorità!