Serendipità: 10 Invenzioni Nate Per Caso o Per Errore
Nulla accade per caso. Sei d’accordo?
Potrebbe non essere stato un caso che Cristoforo Colombo abbia scoperto l’America; o che Leonardo Da Vinci abbia trovato un modo per consentire agli esseri umani di volare; o che William Morton abbia trovato come fare l’anestesia ai suoi pazienti; o che Willis Carrier sia stato il “padre dell’aria condizionata” senza la quale oggi — per dirne una — non esisterebbe Internet.
Sono stata in Sri Lanka e lì c’è una leggenda che racconta la storia di tre principi, figli di Jafer, il Re di Serendip l’antico nome di Ceylon, l’attuale Sri Lanka. Dalla loro storia pareva che fossero tre fortunelli: in giro per il mondo, per caso e per intuito, scoprirono un’infinità di cose che non stavano cercando come piante, animali, pietre preziose, oggetti sconosciuti. La loro storia affascinò un professore dell’Università di Harvard, il Dott. Walter Cannon che coniò un’espressione per riferirsi, oltre che alla loro fortuna, a tutto ciò che viene scoperto per caso o per errore ma che ha un grande successo: serendipità è la parola.
Conseguenze inattese possono avere effetti molto positivi. Per questo, la serendipità può essere considerata “uno strumento” di scoperta slegato da un paradigma. Direi libero, spontaneo, genuino. Quali sono i prodotti della serendipità con i quali ci confrontiamo quotidianamente?
(1) Le patatine fritte
Nel 1853, George Crum, chef di New York, inventò involontariamente le patatine fritte «a fette» quando un fastidioso cliente continuava a rimandare in cucina le sue patate fritte francesi perché erano mollicce. Nel tentativo di fare una «ramanzina culinaria» al cliente, Crum decise di affettarle, sottilissime, friggerle fino a farle diventare croccanti e affogarle nel sale. Con sua sorpresa, tuttavia, il cliente disse che gli era piaciuto quello che, più avanti, sarebbe stato ricordato come il primo servizio di patatine fritte della storia.
(2) La Coca Cola
La ricetta è ancora segreta, ma la storia della nascita della Coca Cola non è un mistero. Fu John Pemberton, farmacista, a inventare quello che inizialmente intendeva come un semplice farmaco per curare diversi disturbi dei militari durante la guerra, come la dipendenza da oppiacei e il mal di stomaco. Invece, a sua insaputa, a fine Ottocento aveva inventato quella che sarebbe diventata la bevanda più popolare al mondo. Oggi la Coca Cola è un simbolo. La trovi in tutto il mondo e per di più è studiata e raffinata in modo tale da avere un sapore diverso a seconda del paese in cui viene venduta e in base ai gusti degli utenti locali.
(3) La plastica
Nei primi anni del 1900, la gommalacca era il materiale più utilizzato quando si doveva isolare. Ma dato che veniva prodotta con le secrezioni di insetti del sud-est asiatico, il materiale non era molto economico. Per questo, il chimico Leo Hendrik Baekeland pensò di guadagnare qualcosa producendo un’alternativa simile. La sua invenzione era un materiale modellabile che poteva essere riscaldato a temperature estremamente elevate senza venire distorto. Il materiale che, poi, venne chiamato plastica.
(4) I post-it
Nel 1968, Spencer Silver, un chimico che lavorava per 3M, inciampò in un adesivo “a bassa aderenza” che era abbastanza forte da appicciarsi su un pezzo di carta, ma abbastanza debole da non strapparlo durante la rimozione. Dopo molti tentativi falliti di trovare un’applicazione commerciabile a questa scoperta, uno dei colleghi di Silver, Art Fry, realizzò che sarebbe stato perfetto come un segnalibro “antiscivolo”.
(5) Il forno a microonde
Ogni cuoco riluttante dovrebbe essere grato al signor Percy Spencer, uno specialista di radar navale che stava armeggiando con gli emettitori a microonde, quando sentì che la barretta di cioccolato nella sua tasca iniziava a sciogliersi. L’anno era il 1945, e il mondo, o meglio la cucina, da allora non è più stato lo stesso. In meglio o in peggio saranno i nostri commensali a decretarlo.
(6) I raggi X
Nel 1895, Wilhelm Röntgen stava facendo un esperimento con i tubi a vuoto e si rese conto che un po’ di cartone fluorescente si stava illuminando. Questo nonostante il fatto che ci fosse uno spesso blocco tra il tubo e il cartone. L’unica spiegazione era che dei raggi di luce stavano effettivamente passando attraverso il blocco solido. Dato che la scoperta sembrava ancora agli albori, questi raggi vennero chiamati “x”, nell’attesa di trovare un nome più appropriato. Che invece poi non venne più cambiato, anche se oggi si possono chiamare anche “raggi Röntgen”.
(7) I cereali
Keith Kellogg aveva iniziato da poco ad aiutare il fratello John a cucinare i pasti per i pazienti dell’ospedale in cui lavorava, quando un giorno lasciò della pasta per il pane a base a lievitare per diverse ore. Accortosi del danno, per non sprecare il cibo, decise di cuocerla comunque, con il risultato di aver creato il primo piatto di Cornflakes. Che ancora oggi portano il suo nome.
(8) L’anestesia
Sebbene non ci sia una sola persona a cui viene accreditata la scoperta dell’anestesia, Crawford Long, William Morton e Charles Jackson hanno tutti contribuito a trovarne un uso pratico. Notarono infatti che sostanze come il protossido di azoto, o gas esilarante, usati per scopi ricreativi, erano un sedativo efficace. I chirurghi hanno iniziato a usare l’etere durante le loro operazioni, aprendo la strada agli odierni anestetici oggi usati in sala operatoria.
(9) Il ghiaccio
Il merito fu di un undicenne, Frank Epperson (1894–1983), che nel 1905, in una notte incredibilmente gelida, a San Francisco, lasciò sul davanzale della finestra un bicchiere di acqua e soda con dentro il bastoncino che aveva usato per mescolare il tutto.
ll giorno dopo, si accorse che il freddo aveva fatto ghiacciare il composto. Lo staccò e lo assaggiò: aveva inventato il ghiacciolo che come manico aveva un bastoncino, o quello che oggi si chiama stecco.
Nel 1924, ormai cresciuto, brevettò la sua invenzione promuovendola come “ghiacciolo leccalecca con il bastoncino” e lo chiamò Epsicle (da Epperson-icicle).
Poco tempo dopo, Epperson e i suoi partner fecero un accordo con la Popsicle Corporation e poi nel 1929 vendette il suo brevetto.
In Italia, i ghiaccioli arrivarono solo un ventennio più tardi, nel secondo dopoguerra, portati dagli americani insieme al chewing gum e ad altri dolci di produzione industriale.
(10) La nutella
A partire dal ’49 Michele Ferrero decreta il destino, roseo, dell’azienda. Pare infatti che nella torrida estate di quell’anno, i panetti di cioccolato avessero cominciato a sciogliersi a causa dell’elevata temperatura, facendo diventare il Giandujot inaspettatamente spalmabile. Un’opportunità che non sfuggì a Michele Ferrero, il quale si mise subito all’opera per riprodurre questa caratteristica, che rendeva così ancora più pratica e versatile la pasta di cioccolato. Negli anni ’50 nasce la Supercrema: la crema spalmabile a base di nocciola, cioccolato e olii vegetali. In quegli stessi anni, iniziò ad andare di moda mangiare pane e cioccolato per merenda. Tuttavia, nel 1962, una legge vietò l’utilizzo di superlativi per i nomi dei prodotti così la “supercrema” dovette cambiare nome. Così nel 1964 Michele pensò bene di unire alla parola “nut” (nocciola in inglese) un “-ella”, diminutivo femminile che, come accade per la mozzarella, richiama subito alla mente sentimenti di domestica dolcezza e affidabilità. Sembra una vicenda unica e irripetibile, e per certi versi lo è. Seredipità? Probabilmente si, ma nonostante quella della nutella fu una ricetta nata per errore oggi nessuno potrebbe “immaginarsi un mondo senza Nutella”.
Ne conosci altre?
Se la serendipità è un metodo è chiaro che è un metodo che ha bisogno di una cosa: la meraviglia. La meraviglia è la condizione mentale necessaria per la scoperta e scoprire è la premessa fondamentale che ci spinge a creare qualcosa di nuovo!