Tra il banco e il cervello?
VINCE IL BANCO! Tutti i segreti dei Casinò
E se vince un motivo c’è. O meglio: c’è il trucco!
Nella mia caccia e ricerca alla scoperta di quello c’è dentro la nostra scatola cranica, tra bias cognitivi e trappole mentali, ecco i casinò.
I casinò, signori e signore, mettono davvero in pratica moltissime delle tecniche studiate dalle scienze cognitive e comportamentali.
Ma quali sono questi trucchetti? Oltre a “voler far cassa” che cosa possono insegnarci queste tecniche?
Scopriamolo insieme.
(1) Niente orologi, né finestre
A Las Vegas, nei casinò, non esistono orologi né finestre. Per chi — come me — soffre di claustrofobia e predilige l’aria aperta, gli ambienti luminosi e gli spazi con più finestre che muri, i casinò non sono una bella esperienza.
In primis, non ci sono orologi ma neppure finestre perché l’assenza di questi due elementi annulla la nostra percezione del tempo. Più precisamente, è l’assenza di punti di riferimento con il mondo esterno che vanifica la nostra consapevolezza circa lo scorrere del tempo. Conseguenza? Sembra sempre lo stesso identico motivo in cui sei entrato, la stessa ora il che ci induce a fermarci di più, dunque a giocare di più e cioè a spendere di più.
Ti starai chiedendo come sia possibile questo?
Del resto utti possiamo tirare fuori il cellulare, guardare lo smartwatch e sapere subito che ore sono.
In realtà, non funziona proprio così. Chi studia il layout dei casinò afferma che “nonostante siamo in possesso di questi oggetti, in queste strutture non è così semplice staccarsi dal gioco per guardarli e, dunque, si tende a cercare l’orologio appeso — ma, guarda caso … non c’è”.
Lo stesso vale per l’assenza di finestre: anche se vieni dai 50 gradi asfissianti e un sole che spacca le pietre, anche se sai benissimo che sono le 2 del pomeriggio, quando entri non è più molto semplice distinguere tra il giorno e la notte.
L’assenza di punti di riferimento è fomentata dal “divertimento”. Non è un caso che si utilizzi l’espressione “il tempo vola quando ci si diverte”.
In effetti, funziona proprio così: una situazione piacevole dà una marcia in più allo scorre del tempo.
Proust diceva: “il tempo è più soggettivo di quanto non si creda, cambia da persona a persona, da esperienza ad esperienza, da momento a momento. Così, un’ora è un minuto, un minuto un’ora”.
E’ tutta una questione di percezione e un fatto di relatività, e quel che i casinò ci insegnano è che si può giocare con questa percezione impostando “l’hyperlapse” o “lo slow motion”.
Lo scorrere del tempo è psicologico, piuttosto che oggettivo; è dinamico piuttosto che lineare — come afferma Gustav Theodor Fechner, uno dei fondatori della moderna psicologia sperimentale: “più che il tempo, come esseri umani, percepiamo le relazioni temporali”, le sequenze tra un evento e l’altro.
Il tempo è come uno dei cinque sensi, e benché per l’olfatto ci sia il naso, per la vista gli occhi, per il gusto la bocca; per il tempo c’è il cervello che ricostruisce e associa”.
Sarà pur vero, nei casinò non ci sono orologi, ma dentro di noi ce ne sono parecchi e la loro frequenza è controllata da due elementi: da un lato, dopamina e adrenalina; dall’altro, le informazioni provenienti dal mondo esterno. Se i livelli di questi due neuro-trasmettitori sono alti, il tempo vola; così come se le informazioni che il cervello deve processare sono molto familiari e semplici, lo scorrere del tempo sembrerà molto più veloce.
Per questo motivo l’esperienza dentro il casinò, così come il Weekend finiscono prima ancora di iniziare.
(2) Il layout del contesto
Il layout dei casinò, ammettiamolo, è troppo kitsch. I casinò, complessivamente, sono kitsch: con questi tappeti e pareti perlopiù rosse, questi colori sgargianti, con trame e disegni che manco nei peggiori arredamenti in stile imperiale.
Devi sapere, tuttavia, che questo è un altro trucchetto: è un modo arguto per tenerci svegli. C’è da aggiungere, sempre restando in tema di layout, che lo spazio dei casinò somiglia molto allo “spazio delle grandi metropoli”.
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Carleton in Canada — la città è la configurazione geografica e contestuale più adatta a renderci “frenetici” sia dal punto di vista fisico che psicologico. Per converso, la natura ha su di noi un effetto rilassante. Quel che è vero è che anche il setting concorre, nei casinò, a rendere tutto più “accelerato”, fuori e dentro di noi.
(3) Il falso denaro, il vero denaro
Anche se la vostra avventura al casinò può cominciare con denaro contante, bastano pochi secondi e per passare al digitale. Questo passaggio, dalla carta al digitale, è così complesso nella vita quotidiana ma così veloce e ben accolto dentro al casinò.
Perché? Perché senza usare soldi tangibili, senza inserire le monete nella macchinetta, senza tirar fuori le banconote per scommettere, è molto più semplice dimenticarci di quanto stiamo spendendo.
La stessa strategia è utilizzata nelle migliori tecniche di marketing: quante volte ti è capitato di trovare il prezzo di un prodotto senza il simbolo dell’€? L’idea che si nasconde dietro a questa strategia, o meglio la tattica affinata, è il desiderio di farti perdere ogni forma di riferimento al denaro.
Funziona così anche quando usiamo la carta di credito: “tirare fuori 100 bigliettoni fa più male di usare la carta”.
Perciò, attenzione a non uscire al verde!
(4) Il mio potere e quello degli altri
Le relazioni umane dentro al casinò si fondano su due dinamiche: da un lato, il rapporto tra chi gioca e il banco; dall’altro lato, il rapporto tra i giocatori.
Così, il banco vuole a tutti i costi farti credere che “hai il potere”, controlli tu il gioco: ti dà in mano i dadi e l’illusione è chiara “pensi subito, beh con i dadi in mano avrò una chance in più”; eppure le tue chance sono le stesse di prima.
L’idea che tu possa guadagnare qualcosa ti mette l’ansia di giocare e l’ansia di giocare destabilizza ogni forma di controllo razionale.
Al secondo posto, invece, c’è la relazione con gli altri giocatori: “Se ha vinto lui…”, vedrai sempre qualcun altro vincere e se possono vincere gli altri, posso vincere anche io!
Il presente degli altri pesa molto di più del nostro futuro nella misura in cui il nostro cervello si figura come “più pregnante” quello che vede succedere agli altri nel qui ed ora, piuttosto che il futuro “marcio” che avrai se perderai tutti i soldi.
Il futuro è proprio un bel punto quando si parla di cervelli, perché viene sempre processato come “Il tempo di un altro” a meno che non ci sia un super reward in gioco!
(5) Sbronza per tutti
Sbronza per tutti di alcool e di ossigeno. Open Bar per tutti!
Premessa che tutti conosciamo è che se sei “sbronzo” le tue funzioni cognitive rallentano, la tua prudenza diminuisce e è molto più facile essere fregati; ma, chiarito ciò, la cosa davvero curiosa e interessante è l’ossigeno.
Uno dei trucchetti più assurdi usati dai casinò è farti fare un’overdose di ossigeno, sparando nei locali, livelli altissimi di ossigeno che servono a tenerci svegli. Più che la tua maggiore o minore lucidità, quello che conta è tenerti lì per più tempo possibile con l’obiettivo di farti giocare il più possibile.
Per concludere, la prossima volta che dovrai architettare il tuo set della perdizione non dimenticarti che potrebbe somigliare molto al set di un casinò di Las Vegas.